
Molti dei tanti castelli lunigianesi hanno conservato il loro tratto originario: in alto la fortificazione propriamente detta, col suo giro merlato, il cassero, sede, al tempo del vassallo, del signore dell’immediato territorio, la piazza d’armi, gli ambienti dei soldati. E appena fuori le mura le umili dimore del borgo, in età feudale destinate ai servi della gleba e poi, in età comunale, divenuti edifici più consoni a veri e liberi cittadini.
Così, nonostante gli evidenti mutamenti strutturali dei secoli seguenti, anche il castello di Bagnone, non fa eccezione, apparendo da lontano come inscindibile dal suo borgo e una volta raggiunto, in realtà separato dallo stesso soltanto da un antico ponte che connette la zona incastellata da quella dell’abitato.
È una storia millenaria quella di Bagnone, uno fra i ‘cento castelli’ che sottolineavano il potere della nobile famiglia dei marchesi Malaspina, ramo marchionale degli Obertegni e dunque di discendenza Franca, che nei primi secoli del secondo millennio accrebbe talmente il loro potere da essere fra le famiglie più influenti dell’intera Toscana.
Il primo documento che attesta la presenza di un centro incastellato risale addirittura al 963. Al tempo la fortificazione aveva una ben precisa funzione di controllo della zona, percorsa da un’importante arteria della via Francigena. Come per quasi tutti i castelli della Lunigiana anche quello di Bagnone, feudo indipendente fino al 1351, passerà poi sotto il Granducato di Toscana, per poi, nel 1849, essere annesso al Ducato di Parma e dieci anni più tardi al nuovo Regno d’Italia.
Lo snello, altissimo torrione a pianta cilindrica, con quella sua sagoma davvero arcaica, che rimanda a uno stile architettonico di timbro longobardo, coronata da beccatelli che sostengono una corona merlata, svetta, unica struttura superstite dell’originaria fortificazione, isolata dal resto dell’edificio, che invece si presenta come una stratificazione di interventi successivi che, nel corso dei secoli, hanno inglobato la struttura antica, giungendo a un risultato che in piccola parte ha mantenuto l’aspetto fortificato, ma che nel complesso si presenta con gli stilemi di una villa architettonicamente eclettica, con una bella terrazza aperta che guarda il borgo e la valle.
Appartenente da molto tempi ai conti Ruschi Noceti, il castello generalmente non è visitabile.
Rispondi