Un palazzo dedicato a Galileo

Le indirette memorie di due immense figure del toscano ingegno, ‘patrimoni assoluti dell’umanità’, animano d’un interesse speciale la vicenda storica di un palazzo fiorentino di belle forme e di dimensioni contenute, che sembra quasi passare inosservato in quel via vai di gente e di botteghe che caratterizza l’antica e un po’ angusta via Sant’Antonino, più corso popolare e mercantile che nobile via di blasonate e storiche famiglie cittadine. Qui, al civico 11, si trova palazzo Viviani, appunto, ribattezzato dall’affettuosa e un po’ caustica sensibilità del popolino, palazzo dei Cartelloni (spiegheremo poi, il perché).

Ma andiamo per ordine. La prima memoria riporta al genio di Vinci, a messer Lionardo, perché il palazzo, fu edificato alla fine del XVII secolo sulle fondamenta di un gruppo di case che già dal XV secolo appartenevano alla ricca famiglia fiorentina dei Del Giocondo. Sì proprio la famiglia di quella Lisa Gherardini, sposa di Francesco del Giocondo, che come si sa, darà il volto al dipinto più misterioso e mitizzato della Storia dell’Arte.

Un salto in avanti di due secoli e al posto di quelle dimore troviamo l’attuale edificio, eretto fra il 1686 e il 1697 su progetto dell’ottimo architetto e scienziato dilettante, Giovanni Battista Nelli. Gliel’ha commissionato il suo illustre amico Vincenzo Viviani, stimatissimo in tutte le corti europee come matematico e fisico di genio, nonché allievo prediletto di Galileo Galilei (ecco la secondo memoria di cui sopra) e suo devoto seguace.

Il Viviani non bada a spese (il molto denaro che dovrà sborsare gli arriverà direttamente dalle tasche di Luigi XIV di Francia per il quale aveva brillantemente lavorato), visto che desidera un palazzo che sia insieme rappresentativa dimora e centro di riferimento per la nuova scienza astronomica avviata dalla rivoluzione galileiana.

E, a dimostrazione della sua devozione a Galileo, Viviani commissiona un busto dello scienziato pisano a Giovanni Battista Foggini, il più stimato scultore fiorentino. Busto che sarà posto sopra il portale dell’edificio e a cui saranno affiancati due bassorilievi che richiamano le più grandi scoperte e invenzione galileani. Ma non è finita qui, ai lati del portale, infatti, scenderanno due grandi epigrafi, ribattezzati appunto ‘i cartelloni’, in cui, in un latino esemplarmente classico, si ricordano, esaltandole, le stesse scoperte e invenzioni.

Oggi il palazzo è sede del SACI (Studio Art Center International).

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