A pochi minuti da Arezzo, il Castello di Valenzano appartenne agli Ubertini, potente famiglia che, in pieno Medioevo, esercitava la sua potestà in questa zona del Casentino.
Attorno al XIII secolo, i monaci di Camaldoli acquistarono un’ala del maniero, sottraendolo così alla piena influenza degli Ubertini.
L’articolazione del castello, che si snoda in un chiostro interno provvisto di una piccola chiesa, rivela di fatto l’impronta, anche architettonica, lasciata dai monaci nel corso dei secoli.
L’edificio si pone come il prototipo di quel gusto gotico tipico del tempo, con le torrette angolari, i pinnacoli, gli archi a sesto acuto com quel loro slancio quasi azzardato verso l’alto. Nel XIX secolo, il castello divenne un modello di riferimento per la corrente architettonica neogotica e in senso più lato neomedievalista che si rifece appunto agli stilemi costruttivi e formali medievali per molti nuovi edifici, anche cittadini. Nonostante i numerosi interventi di modifica che si susseguirono nel corso dell’Ottocento, e poi del Novecento, gli interni del castello mantennero la loro matrice originaria, compreso l’ingresso, munito di un portale massiccio in legno e ferro battuto.
Ancora oggi, dal piazzale, ubicato innanzi al maniero, lo sguardo si compiace nell’ammirare un bellissimo parco incorniciato da un ordinato alternarsi di piante secolari confinanti con il Parco delle Foreste Casentinesi.
I nuovi e successivi interventi di restauro che sono stati apportati dall’attuale proprietario, Marino Franceschi, hanno coinvolto le stalle, trasformate in un ristorante, e le cantine, adattate per ospitare mostre d’arte.
Ricercato per celebrare matrimoni e convegni, durante il periodo estivo il castello è inoltre sede di due importanti manifestazioni musicali locali, Pievi e Castelli in Musica, e Valenzano Symphony.
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