Dei monaci, del loro scandito e costruttivo battere il tempo dei giorni è rimasto il retaggio nell’aria, la solida memoria di queste mura, che comunicano un senso di frugale e semplice bellezza, che nel romanico trova un mezzo potente per comunicare agli uomini la percezione di un Dio colloquiale, più semplice da percepire. È il potere immaginifico di tante piccole abbazie che costellano il territorio toscano, luoghi intimi, di dimensioni contenute e concepiti per dare familiare accoglienza e letizia allo spirito.
Fondata nell’XI secolo dai Benedettini, poco dopo, passò sotto la giurisdizione dei Camaldolesi . Nel 1089 il conte Uguccione della Gherardesca, nobile schiatta feudale di diretta derivazione longobarda, ne ampliò e potenziò le forme. Come molte altre complessi religiosi anche l’Abbazia a Morrona, che sorge nella campagna di Terricciola, entrò nella turbolenza guerresca dei primi secoli dello scorso millennio finché, nel 1482, con la forza delle armi il Vescovo di Volterra se ne impadronì, trasformandola nella sua residenza estiva.
Oggi l’abbazia porta bene i suoi mille anni. La chiesa, a parte qualche rifacimento, ha mantenuto la sua precisa identità romanica presentandosi a unica navata la quale, a metà del suo corso, si apre in due navate laterali, articolate su due campate, quasi a formare un transetto. Gli ambienti del monastero hanno, invece, il tratto stilistico di una villa rococò, con decorazioni in affresco di tema sacro.
Dalla fine degli anni ’30 la proprietà appartiene alla famiglia Gaslini Alberti ch’è fra le più attive a accreditate del territorio pisano nella produzione vitivinicola e olivicola, con un accogliente e raffinato agriturismo.
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