Il toponimo non ammette dubbi, Querceto, cioè a dire un bosco di Querce, quello che dette il nome a questo antico borgo fortificato, dalle fattezze inequivocabilmente guerresche, sorto al chiudersi del XII secolo come villaggio rurale appartenente alla chiesa di Massa Marittima e poi passato di proprietà al Comune di Volterra.
Sito in un punto strategico della Val di Cecina, nel XV secolo fu conquistato e messo a ferro e fuoco prima dalle soldataglie di Giangaleazzo Visconti, Duca di Milano, e qualche anno dopo da quelle di Alfondo D’Aragona, Re di Napoli. Finalmente dopo la conquista fiorentina di Volterra, Querceto giuro fedeltà ai Signori della città del Giglio e dal quel momento il suo destino fu assai meno turbolento, tanto che nel 1814, per via ereditaria femminile, il borgo fortificato passò di proprietà a Carlo Leopoldo Ginori che lo riconvertì in un’azienda agricola pilota, apportando nuovi sistemi di coltivazione intensiva e adottando avanzati sistemi per l’allevamento del bestiame.
Oggi, attorno al borgo, quel remoto bosco di querce, nella tipica sottospecie della Roverella, ha in parte lasciato spazio ad ampie ulivete che addolciscono la ruvida bellezza dell’insieme, i tratti murari medievali sono scomparsi, certi edifici merlati furono riletti in chiave neogotica agli inizi dello scorso secolo ma nel complesso buona parte dei corpi di fabbrica hanno mantenuto una certa filologia costruttiva e grazie a ciò il borgo ha mantenuto la sua evocativa, incastellata impronta che affascina i visitatori che passano rilassanti vacanze attorniato dalla quieta bellezza di un paesaggio quieto e rasserenante.
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