Spinetta I il Grande, Signore della Verrucola

Pochi fra la fitta maglia dei tanti castelli che ancora oggi conferiscono al territorio lunigianese quella sua affascinante e severa atmosfera medievale, possono vantare una storia tanto complessa e densa d’avvenimenti, spesso cruenti, come il castello della Verrucola, sito nell’omonima frazione, poco distante da Fivizzano. E ciò perché presto divenne uno fra i complessi più potenti cui ci si riferiva per la difesa del territorio. Un’autentica fortezza.
Ma andiamo per ordine e per farlo dobbiamo tornare agli inizi del XII secolo, a quando risalgono i primi documenti che attestano, proprio in quel luogo l’esistenza di un castrum medievale, cioè di un complesso dotato di un intricato sistema di fortificazioni ed entro le cui mura vive il feudatario con la sua corte e dove una grande parte degli edifici sono riservati ai numerosi soldati.
Al tempo i signori della Verrucola erano i Bosi, famiglia patrizia d’origini Sacro Imperiali e proprio a loro spetta la prima edificazione dell’originaria fortificazione. Ma qualche decennio più tardi il sito entrò nelle mire sia dei Dallo che dei Malaspina, famiglia, quest’ultima, che di lì a poco riuscirà a soprintendere a gran parte del territorio lunigianese. Ben presto i Bosi dovettero sottomettersi e i Malaspina ne ottennero la giurisdizione in condivisione con i Dallo e gli Aghinolfi.
Da questo momento la grande fortezza diverrà teatro e merce di scambio in molti episodi guerreschi che per motivi di spazio non staremo ricordare nel dettaglio, anche se non possiamo almeno citare l’episodio che nel secolo seguente vide protagonisti Spinetta I Malaspina, detto il Grande, in quel momento signore della Verrucola e di molte altre fortificazioni lunigianesi, e il feroce e abilissimo capitano di ventura Castruccio Castracani, al soldo di Lucca, che mise a ferro e fuoco la fortificazione costringendo Spinetta a una precipitosa fuga a Milano. Tuttavia quest’ultimo ne ritornerà in possesso non molto tempo dopo, grazie alla prematura e improvvisa morte di Castruccio.
Ma questo è solo uno dei tanti episodi, certo il più noto ed eclatante, che segnò il destino guerresco della Verrucola, almeno fino a quando, in tempi più vicini ai nostri, un nuovo tempo di pace prese il sopravvento e il castello divenne semplicemente una prestigiosa e ‘disarmata’ dimora signorile.
In tempi recenti la Verrucola stava andando incontro a un destino di poca gloriosa dimenticanza ma grazie a un oneroso intervento di recuperò cui fu sottoposta, a partire dal 1977, per volontà del pittore Pietro Cascella, che ne divenne l’appassionato proprietario, oggi è tornata a essere un prestigioso simbolo di quell’antica Lunigiana feudale.
E allora vale davvero la pena fare visita alla grande fortificazione per cogliere quegli antichi ‘umori’ e quegli echi remoti che le pietre trattengono nel loro potente modo di comunicare con gli uomini. E la visita non deluderà, visto che ci troveremo attorniati, quasi accerchiati da fortificazioni di diverse età, ascrivibili a un elastico temporale che abbraccia almeno due secoli, dalla metà del Duecento alla metà del Quattrocento, che proteggono un piccolo borgo in cui si ammira l’orgoglioso palazzo di Spinetta il Grande, che fu ricostruito dallo stesso Spinetta dopo il 1328, al suo ritorno alla Verrucola. Palazzo che si sviluppa su tre livelli, con una grande sala d’armi. Il vero palazzo di un fiero signore del Medioevo.

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