La villa a cui i Medici rinunciarono

Villa_niccolini_di_camugliano_08Villa Niccolini sorge ai piedi di quelle colline che, dolci, si spiegano tra le valli dell’Era e del Cascina.
La storia di Villa Niccolini si incrocia con le esigenze di Alessandro de’ Medici. Nella prima metà del XVI secolo, il duca di Firenze, spinto dalla bramosia di espandersi verso il mare, e ansioso di porre fine alle insurrezioni antimedicee che stavano dilagando a Pisa, volle costruire la sua dimora proprio a Camugliano, poco fuori le porte della città.
Il disegno cubico e massiccio del corpo di fabbrica, che ha come fulcri quattro torri angolari, ha gli stilemi di una villa fortificata, cosi concepita perché, oltre a ospitare il Duca doveva fungere anche come struttura difensiva in un territorio, al tempo, piuttosto turbolento.
L’impronta militare della villa prosegue anche nello spazio antistante, chiamato a prestarsi, all’occasione, a raccogliere una piazza d’armi.
La statua di Ercole che uccide l’Idra, opera dello scultore fiorentino Giovanni Bandini, annuncia la dimora e la divide perfettamente a metà, individuandone, dunque, il fulcro.
Nella seconda metà del XVI, la villa fu prima di Giuliano Gondi, che la ricevette in dono da Cosimo I per i servigi resi alla casata medicea e, poi, del diplomatico Matteo Botti che, già agli inizi del secolo successivo, la riconsegnò nelle mani dei Medici.
Superata la metà del Seicento, il Granduca Ferdinando II rinunciò però definitivamente alla villa e alla tenuta di Camugliano, vendendola al senatore Filippo Niccolini, nominato contemporaneamente marchese di Camugliano e Ponsacco.
La scalinata a doppia rampa, a raccordare la facciata e la loggetta d’ingesso al primo piano, e il parco, ripensato secondo un gusto inglese, rientrano tra le modifiche approntate dalla famiglia, ancora oggi proprietari della tenuta.

 

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