Un grande e potente castello fiorentino in Chianti

Prima di diventare uno fra i territori più celebri al mondo per i suoi qualitativi prodotti della vigna, il Chianti fu per secoli terra di aspre contese fra Firenze e Siena e non solo. Una sorta di teatro guerresco costellato di fortificazioni che difendevano i confini molto labili delle due potenti e orgogliose città, che si contesero a lungo la supremazia politica in Toscana.
Uno fra questi complessi turriti, sito in un punto strategico a pochi chilometri dalla città del giglio e nei pressi del borgo di San Casciano, fu il castello oggi detto il Palagio, potentissima fortificazione di cui si hanno notizie certe già a partire dal 1252 ma che si presume fosse già esistente da almeno due secoli. Il castello sorgeva, quale punto di maggior concentrazione militare, lungo la linea fortificata che da San Casciano, attraverso Mercatale, giungeva sino a Sant’Andrea a Fabbrica.
Al tempo apparteneva alla blasonata famiglia fiorentina dei Canigiani, fra le più considerate in città, almeno fino agli inizi del Trecento e da cui proveniva Elettra, madre di uno dei tre padri del volgare e dunque della lingua italiana, Francesco Petrarca.
La vita molto animata del Palagio fu nobilitata dalla memoria di grandi personaggi e da eventi di grande rilevanza storica a partire dal passaggio dell’Imperatore del Sacro Romano Impero Arrigo VII, nella sua discesa in Italia, e proseguendo, un secolo più tardi, con lo sventurato arrivo delle soldataglie di Castruccio Castracani, che misero a ferro e fuoco San Casciano, per chiudere poi con l’episodio in cui le milizie dei Buondelmonti, che facevano sosta proprio al Palagio, sbaragliarono l’esercito di Giovanni Acuto.
In seguito il complesso passò di proprietà ai Goretti, poi Goretti Miniati, che, con un intervento sostanziale, lo fecero trasformare in una villa fortificata di forme più amene e colloquiali.
Una vicenda intensa dunque, quella vissuta da queste antichissime mura, piena di memorie davvero preziose e di documenti importanti utili a comporre una dettagliata ricostruzione storica di questo glorioso territorio.
Il complesso che oggi ammiriamo ha però in parte perso le sue originarie forme a causa di un ulteriore intervento di gusto neogotico, risalente agli inizi del Novecento, che ha tentato, non sempre riuscendovi, di fargli riacquisire l’antico sapore medievale. Nell’occasione furono fatti intensi lavori di ammodernamento della vasta tenuta agricola, con la costruzione di un grande frantoio e di nuove cantine, ancora oggi in piena attività produttiva.

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